Da mesi avevo in testa questa vacanza e finalmente mi son trovata in mezzo a trulli, uliveti, muretti a secco e tanto verde. Non posso omettere di citare l’alloggio in cui mi trovavo: Podere Papilio, uno splendido B&B ricavato dalla ristrutturazione di un trullo nella campagna di Noci. La gestione è affidata a Liliana, amica di famiglia, che con la cura per i dettagli e la sua disponibilità fa sentire gli ospiti veramente coccolati.
Da amante di vini pugliesi però, c’era una cosa che mi stava a cuore: far visita a una cantina.
Così con una velocità inaspettata, Liliana mi mette in contatto con alcuni suoi amici e nel giro di 24 ore avevano già organizzato una visita.
Il giorno seguente ci siamo recati ad Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, dove c’era lo stesso vignaiolo ad attenderci, Nicola Chiaromonte. Un signore simpatico e molto ospitale, ci ha fatto fare un giro per la sua cantina mostrandoci nei dettagli tutti i passaggi dell’uva. Nel frattempo si è divertito a raccontarci la sua storia: famiglia di vignaioli dal 1826, è cresciuto con l’amore per l’agricoltura. Inizialmente però preferì intraprendere la carriera nel campo dell’equitazione e snobbò la vita dei campi. Ma fu proprio durante un soggiorno in Piemonte per una gara, dopo aver assaggiato un vino piemontese, che avvenne il punto di svolta: voleva fare del Primitivo un grande vino. Dal 1998, quando iniziarono a uscire le prime bottiglie importanti, dimostrò il formidabile potenziale del Primitivo, dapprima considerato solo un vino da taglio.
Proseguiamo con la visita e ci accomodiamo all’interno della cantina. Nicola è entusiasta di iniziare la degustazione e assaggiamo subito un rosato frizzante preso direttamente dalla cantina ancora con lieviti e tappo a corona, che sembra quasi un succo di fragole e di ciliegie, freschissimo e giovane. Insiste anche nel farci assaggiare un vino spumante ancora in fase di sperimentazione, ricavato da giovani barbatelle da poco piantate di Pinot Nero, vino più carico di acidità, sentori più delicati, ma ancora in fase di maturazione.
Il vino base di Primitivo è Elè, nome della figlia, dai freschi sentori del varietale, chiodi di garofano, pepe bianco e una piacevole speziatura.
A seguire ci aspetta il Muro Sant’Angelo, Primitivo in purezza che affina in acciaio e cresce su viti ad alberello. Il vitigno già si evolve, mostra il suo carattere divenendo un vino più morbido, corposo, dal tannino setoso, con sentori di una frutta già matura e dolce.
Proseguiamo con il vero protagonista della degustazione, il Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto, pluripremiato e degno di nota le cui uve di Primitivo provengono da un piccolo vigneto dal terreno calcareo e affinano in acciaio. Profumi emozionanti, un frutto rosso che si evolve, l’amarena sotto spirito, una marmellata di frutti rossi, balsamico e tostato allo stesso tempo. Un aroma che esplode in bocca e avvolge tutto il palato con un tannino elegante e mantiene comunque una bella mineralità che dona freschezza al vino.
È sempre un crescendo, oltre che di volume anche di evoluzione.
La riserva Chiaromonte è un’altra espressione della forza, della potenza del Primitivo che matura in botti e barrique. Un naso dolce, di frutta matura, liquirizia e spezie. Vino di una grande morbidezza e caldo, l’alcol c’è, si sente però non è invadente.
La visita non è finita, mancano le vere protagoniste della giornata: le viti. Ci spostiamo di poco dalla sede della cantina e si apre una terra rossa e Nicola ci svela che in realtà lo strato di terreno è di soli 10 cm circa, il resto è roccia, calcare. Un paesaggio collinare bellissimo e viste le temperature Nicola ha pensato di scaldarci con un’altra fantastica bottiglia, il Nigredo, fatto con uve passite di giovani viti.
Dopo tutti questi vini però era il momento di saziare la fame e fu così che abbiamo terminato la serata con una spaghettata e della costata cotta sulla griglia di un camino.
Un’accoglienza così non me la sarei mai aspettata!